Etichette alimentari in Uruguay: il cibo spazzatura
Etichette alimentari in Uruguay – Etichettatura frontale – Il cibo spazzatura – Gli alimenti preconfezionati poco salutari
di Tommaso Panozzo e Giovanni Adamo
Il ministero della Sanità dell’Uruguay ha, prima, promulgato, in data 30 agosto 2018, il Decreto n. 272/018 (Modification del reglamento bromatologico nacional, relativo al rotulado de alimentos) e poi, recentemente, il Decreto 34/021, emendando il Reglamento Bromatologico Nacional 315/994, relativo ai prodotti alimentari, e apportando rilevanti novità in merito alle etichette alimentari in Uruguay. Si parla, in particolare, della necessità di etichettatura frontale per il cibo spazzatura (intendendosi con tale termine gli alimenti preconfezionati poco salutari), richiesta a cibi e bevande, distribuiti sul territorio nazionale a partire dal primo febbraio 2021.
Le etichette alimentari in Uruguay: una scelta salutista
L’intervento del Governo si segnala per l’introduzione della cosiddetta “etichettatura frontale”, un sistema fatto di simboli e diciture, posto sull’involucro degli alimenti preconfezionati ritenuti poco salutari, in grado di avvertire il consumatore dei rischi per la sua salute, legati ad un abuso di tali sostanze. A fornire l’idea dell’etichettatura frontale è stato il Gruppo di lavoro convocato dal Ministero della Sanità che ha affermato la necessità di fornire al consumatore “uno strumento facile e accessibile”, tale da permettergli di comprendere i rischi per la salute.
In Uruguay si è infatti registrato negli ultimi anni un forte incremento del livello di soggetti affetti da sovrappeso e da obesità (considerano I Decreto 272/2018), un dato in crescita nella popolazione, in tutte le fasce di età, non solo fra i più giovani. Tale aumento è certamente da ricollegare proprio all’abuso di cibi ricchi di calorie, zuccheri, grassi e sodio, notoriamente responsabili dell’obesità e di altre malattie ad essa collegate: del resto, secondo L’OMS, negli ultimi tre decenni, la vendita di bibite zuccherate in Uruguay si è triplicata, mentre quella di “cibo spazzatura” contenete alti livelli di zuccheri, sale e grassi si è duplicata (considerando III).
L’introduzione del nuovo sistema di etichettatura è accompagnato dall’invito da parte del Governo, rivolto a centri educativi pubblici e privati, ma anche centri per la difesa dell’infanzia e della famiglia, ad integrare nel proprio progetto formativo attività che contribuiscano a sviluppare abitudini alimentari salutari e che mettano in guardia la popolazione in merito agli effetti nocivi di una dieta squilibrata in grassi, zuccheri e sodio (art. 10).
Altre esperienze
Il sistema di etichettatura frontale uruguaiano ha costituito un modello per tutto il Sudamerica, ricevendo elogi da parte dell’OMS e venendo in seguito ripreso anche da altri Paesi del continente, come il Cile e il Messico: in quest’ultimo caso, l’Esecutivo non si è limitato ad introdurre l’obbligo di simboli e avvertenze contro il cibo spazzatura, ma ha provveduto a modificare anche altri aspetti della normativa in materia alimentare, come quello relativo ai cosiddetti “productos imitacion”.
Etichettatura frontale
Campo di applicazione
L’art. 1.2 del Regolamento prevede che, perché un prodotto preconfezionato, distribuito al consumatore in Uruguay, necessiti di un’ etichettatura frontale:
-deve trattarsi di un prodotto per il quale è previsto l’obbligo di etichetta nutrizionale;
-nel processo di elaborazione del prodotto o di qualcuno dei suoi ingredienti, deve essere stato aggiunto sodio, zucchero o grassi in misura maggiore rispetto a quanto stabilito dal presente decreto.
La responsabilità della presenza, della veridicità e della leggibilità dell’etichetta grava sui produttori, sugli importatori e sugli intermediari che si occupano della distribuzione degli alimenti (art. 1.4).
Le Eccezioni
Le necessità nutrizionali specifiche di determinati gruppi della popolazione come sportivi, lattanti, pazienti sottoposti a trattamenti dietetici particolari hanno spinto l’Esecutivo a esentare alcuni prodotti alimentari dall’applicazione della normativa (considerando X). In particolare l’art. 1.3 del Decreto esclude dal campo di applicazione delle normativa:
-alimenti per uso medicinale;
-alimenti per le diete;
-dolcificanti da tavola;
-integratori per diete e per sportivi;
-latte in polvere per neonati e bambini fino ai 36 mesi.
Caratteristiche e posizionamento dell’etichettatura
L’Annesso VI del Regolamento prevede che l’etichetta frontale sarà composta da ottagoni dalle scritte bianche e il fondo nero, contenenti, al proprio interno, l’espressione “Exceso” seguita dal nome dell’ingrediente presente in misura eccessiva (grasso, grasso saturo, zucchero e sodio): ogni ingrediente che superi i limiti previsti dal Decreto sarà segnalato con un ottagono differente, posto l’uno accanto all’altro.
L’etichetta dovrà essere posizionata sul fronte della confezione degli alimenti preconfezionati, preferibilmente nella parte superiore; dovrà essere indelebile e non potrà essere coperta, anche solo parzialmente, da nessun altro elemento.
Infine, la dimensione dei pittogrammi deve essere direttamente proporzionale alla superficie di esposizione frontale della confezione.
Per assolvere all’obbligo dell’etichetta frontale, sarà possibile fare ricorso a degli adesivi, sempre che questi rispettino i requisiti richiesti dal Decreto: si tratta di una disposizione particolarmente favorevole per gli importatori di prodotti
Un ritorno sui propri passi?
I livelli originali previsti dal decreto 272/2018
Il Regolamento del 2018 aveva stabilito i livelli in base alle indicazioni fornite dall’Organizzazione Panamericana di Sanità. Da segnalarsi che, diversamente da altre normative simili (ad esempio il Messico) quella uruguagia prevede livelli soglia diversi per i cibi e per le bevande. In particolare:
Per i cibi:
-Sodio: 8mg/kcal o 500 mg/100g;
-Zucchero: 20% dell’apporto calorico totale;
-Grassi: il 35% del valore calorico totale;
-Grassi saturi: il 12% del valore calorico totale.
Per le bevande
-Sodio: 1mg/kcal o 360 mg/ogni100g di prodotto;
-Zucchero: il 10% del valore calorico totale;
-Grassi: il 30% del valore calorico totale;
-Grassi saturi: il 10% del valore calorico totale.
Il nuovo decreto 34/021
Le forti pressioni esercitate dai produttori alimentari (in particolare le multinazionali) ha spinto il nuovo Governo di centrodestra, nel frattempo subentrato a quello di centrosinistra, ad approvare il decreto 34/021, che ha modificato i parametri, rendendoli meno severi.
Per i cibi:
-Sodio: 500 mg/ogni 100g di prodotto;
-Zucchero: 13g/ogni 100g di prodotto:
-Grassi: 13g/ogni 100g di prodotto;
-Grassi saturi: 6g/ogni 100g di prodotto.
Per le bevande
-Sodio: 200 mg/100g di prodotto;
-Zucchero: 3g/ogni 100g di prodotto:
-Grassi: 4g/ogni 100g di prodotto;
-Grassi saturi: 3g/ogni 100g di prodotto.
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