Abuso di posizione dominante – Abusi di posizione dominante – Abuso posizione dominante – Posizione dominante: definizione

L’ abuso di posizione dominante è una pratica anticoncorrenziale che si verifica quando un’impresa, che detiene una posizione di forza sul mercato, sfrutta tale posizione per limitare o ostacolare la concorrenza, a discapito dei consumatori e con effetti lesivi sul mercato. Questo comportamento può manifestarsi attraverso varie condotte, come l‘imposizione di prezzi iniqui, la limitazione della produzione o l’adozione di pratiche discriminatorie nei confronti di altri operatori economici.

L’importanza di comprendere cosa sia l’abuso di posizione dominante risiede nella necessità di garantire mercati competitivi, dove le imprese competono lealmente e i consumatori beneficiano di prezzi equi, maggiore scelta e innovazione. L’ abuso di posizione dominante può infatti portare a una distorsione del mercato, riducendo l’efficienza delle risorse e penalizzando sia i concorrenti che i consumatori finali.

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Abuso di posizione dominante: La normativa di riferimento

La disciplina dell’abuso di posizione dominante è regolamentata sia a livello nazionale che europeo. In Italia, la normativa di riferimento è la Legge 10 ottobre 1990, n. 287, conosciuta come Legge Antitrust. A livello europeo, la materia è disciplinata dall’Articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).

La Legge 287/1990

Questa legge stabilisce le norme per la tutela della concorrenza e del mercato in Italia. L’Articolo 3, in particolare, stabilisce che:

È vietato l’abuso da parte di una o più imprese di una posizione dominante all’interno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante, ed inoltre è vietato: a) imporre direttamente o indirettamente prezzi di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose; b) impedire o limitare la produzione, gli sbocchi o gli accessi al mercato, lo sviluppo tecnico o il progresso tecnologico, a danno dei consumatori; c) applicare nei rapporti commerciali con altri contraenti condizioni oggettivamente diverse per prestazioni equivalenti, così da determinare per essi ingiustificati svantaggi nella concorrenza; d) subordinare la conclusione dei contratti all’accettazione da parte degli altri contraenti di prestazioni supplementari che, per loro natura e secondo gli usi commerciali, non abbiano alcuna connessione con l’oggetto dei contratti stessi“.

Articolo 102 TFUE

Secondo tale norma

È incompatibile con il mercato interno e vietato, nella misura in cui possa essere pregiudizievole al commercio tra Stati membri, lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno o su una parte sostanziale di questo. Tali pratiche abusive possono consistere in particolare: a) nell’imporre direttamente od indirettamente prezzi d’acquisto, di vendita od altre condizioni di transazione non eque; b) nel limitare la produzione, gli sbocchi o lo sviluppo tecnico, a danno dei consumatori; c) nell’applicare nei rapporti commerciali con gli altri contraenti condizioni dissimili per prestazioni equivalenti, determinando così per questi ultimi uno svantaggio per la concorrenza; d) nel subordinare la conclusione di contratti all’accettazione da parte degli altri contraenti di prestazioni supplementari, che, per loro natura o secondo gli usi commerciali, non abbiano alcun nesso con l’oggetto dei contratti stessi

L’art. 102 TFUE, quindi, proibisce lo sfruttamento abusivo, da parte di una o più imprese, di una posizione dominante all’interno del mercato interno dell’Unione Europea o in una sua parte sostanziale, in quanto incompatibile con il mercato interno e nella misura in cui possa pregiudicare il commercio tra Stati membri.

Le autorità competenti per l’applicazione di queste norme sono:

Le sanzioni per l’ abuso di posizione dominante possono essere molto severe, includendo multe significative che possono arrivare fino al 10% del fatturato mondiale dell’impresa coinvolta.

Cosa si intende per posizione dominante? Definizione

Posizione dominante: definizione: La posizione dominante è una situazione di potere economico detenuta da un’impresa che le consente di impedire una concorrenza effettiva sul mercato rilevante, e le conferisce la possibilità concreta di agire in misura apprezzabile indipendentemente dai concorrenti, dai clienti e, in ultima analisi, dai consumatori.

Caratteristiche principali della posizione dominante: definizione della fattispecie

  • una quota di mercato elevata: un’impresa con una quota di mercato significativamente superiore rispetto ai concorrenti può essere considerata dominante.
  • barriere all’entrata: ostacoli che rendono difficile l’ingresso di nuovi concorrenti nel mercato, come costi elevati, tecnologie proprietarie o controllo delle materie prime.
  • potere di influenzare i prezzi: capacità di determinare i prezzi di mercato senza perdere quote significative di clientela.

La posizione dominante non è di per sè illecita. Illecito è l’abuso di essa.

È importante sottolineare che detenere una posizione dominante non è di per sé illegale. Ciò che è vietato è l’ abuso di tale posizione e la distorsione della concorrenza che ne deriva.

Esempi di posizione dominante:

  • Un’azienda che controlla il 70% del mercato delle telecomunicazioni in una determinata area geografica.
  • Un’impresa che detiene brevetti essenziali per la produzione di un determinato prodotto, impedendo ad altri di entrare nel mercato.

Quando si ha abuso di posizione dominante?

L’ abuso di posizione dominante si verifica quando un’impresa dominante adotta comportamenti che vanno oltre una concorrenza basata sul merito, sfruttando il proprio potere di mercato per escludere i concorrenti o per sfruttare i consumatori. Queste pratiche possono essere suddivise in diverse categorie:

1. L’imposizione di prezzi o condizioni contrattuali inique

Questo tipo di abuso riguarda situazioni in cui l’impresa dominante impone prezzi eccessivamente elevati o bassi, o condizioni contrattuali svantaggiose, sfruttando la sua posizione per ottenere vantaggi indebiti. Ne sono possibili sintomi:

  • Prezzi eccessivamente elevati: l’impresa applica prezzi sproporzionatamente alti rispetto ai costi sostenuti, sfruttando la mancanza di alternative per i consumatori.
  • Prezzi predatori: l’impresa applica prezzi al di sotto dei costi di produzione con l’obiettivo di eliminare i concorrenti dal mercato per poi aumentare i prezzi una volta ottenuto il monopolio.
  • Condizioni contrattuali inique: l’impresa impone clausole vessatorie o svantaggiose nei contratti con fornitori o clienti, come termini di pagamento esageratamente lunghi o penali sproporzionate.

2. Le limitazioni alla produzione, agli sbocchi od allo sviluppo tecnico

In questa specifica ipotesi l’abuso consiste nel limitare la produzione, la distribuzione o l’innovazione tecnologica, con l’obiettivo di mantenere o rafforzare la posizione dominante. Può accadere, per esempio, questo:

  • una limitazione della produzione: l’impresa attua una riduzione intenzionale della quantità di beni prodotti per mantenere alti i prezzi di mercato.
  • un ostacolo allo sviluppo tecnico: l’impresa scientemente attua un impedimento dell’innovazione attraverso pratiche come il rifiuto di concedere licenze per tecnologie essenziali.
  • il controllo degli sbocchi: l’impresa detiene il monopolio dei canali di distribuzione per impedire ai concorrenti di raggiungere i consumatori.

3. Le condotte anticoncorrenziali discriminatorie

La discriminazione si verifica quando l’impresa dominante applica condizioni diverse a partner commerciali in situazioni equivalenti, creando un vantaggio competitivo ingiusto. Ciò può accadere nelle seguenti fattispecie:

  • Discriminazione di prezzo: l’impresa vende lo stesso prodotto a prezzi diversi senza una giustificazione oggettiva.
  • Discriminazione nelle condizioni di vendita: l’impresa adotta condizioni di contratto più favorevoli ad alcuni clienti rispetto ad altri.

4. I contratti con prestazioni supplementari

Questa condotta abusiva si manifesta quando l’impresa dominante impone, come condizione per la conclusione di un contratto, obblighi supplementari non collegati all’oggetto del contratto stesso. Le ipotesi conosciute nella prassi, sono, senza pretese di esaustività, le seguenti:

  • Tying e bundling: quando l’impresa pone l’obbligo di acquistare un prodotto o servizio aggiuntivo affinché l’utente possa ottenere quello desiderato.
  • Clausole di esclusiva: è l’inserimento, nel contratto, di un divieto di rivolgersi ad altri fornitori o clienti.

Che differenza c’è tra abuso di dipendenza economica ed abuso di posizione dominante?

Tra la fattispecie di abuso di dipendenza economica e quella di abuso di posizione dominante vi sono differenze molto significative.

Sono regolate da leggi diverse

In primo luogo le due fattispecie sono regolate da leggi completamente differenti.

L’abuso di posizione dominante dalla già richiamata Legge 287 del 1990.

L’abuso di dipendenza economica dalla Legge 192 del 1998.

Inoltre, nell’abuso di posizione dominante, l’impresa ha un potere di mercato ampio, mentre nell’abuso di dipendenza economica, l’impresa può non avere una posizione dominante generale ma detiene un potere specifico nei confronti di un’altra impresa.
L’abuso di dipendenza economica si concentra sul rapporto bilaterale tra due imprese, spesso fornitore e cliente. L’abuso di posizione dominante (definizione) ha effetti più ampi sul mercato nel suo complesso. Infine, la disciplina sull’abuso di dipendenza economica mira a proteggere le imprese più deboli da pratiche vessatorie, mentre le norme sull’abuso di posizione dominante mirano a preservare la concorrenza e il corretto funzionamento del mercato.

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