Responsabilità da illecito antitrust: un caso recente
Responsabilità da illecito antitrust – Violazione delle norme anticoncorrenziali – Un caso di antitrust litigation – Una recente Sentenza della Corte di Cassazione in tema di danno da illecito concorrenziale – Cass., 8 febbraio 2024, n. 5232
Responsabilità per Violazioni Antitrust: un caso di antitrust litigation
L’ambito delle normative antitrust è essenziale per assicurare la correttezza delle pratiche commerciali e la protezione dei consumatori in un mercato globalizzato. La recente Sentenza Cass. 8 febbraio 2024, n. 5232, che si è occupata di un noto produttore di autocarri, illustra bene le conseguenze associate alla violazione delle leggi sulla concorrenza. Dalla pronuncia emergono dinamiche complesse e insegnamenti fondamentali per le aziende in tutti i settori. Di seguito, viene analizzato il caso mettendo in luce aspetti chiave e riflessioni per il mondo aziendale.
Violazione delle Norme Anticoncorrenziali
Fondamentale per le imprese sviluppare controlli interni efficaci per prevenire comportamenti illeciti
La Commissione Europea ha sanzionato un produttore di autocarri per la sua ritenuta responsabilità nella realizzazione di accordi sui prezzi degli autocarri dal 1997 al 2011, una pratica che, secondo la Corte, avrebbe distorto la concorrenza e danneggiato altri operatori e consumatori. Questo punto sottolinea l’importanza per le aziende di aderire strettamente alle leggi antitrust, implementando controlli interni efficaci per prevenire comportamenti illeciti.
Responsabilità da illecito antitrust e Richiesta di Risarcimento Danni: l’ antitrust litigation
A seguito di ciò un’altra impresa agiva contro il produttore di autocarri per il risarcimento dei danni subiti. Abbiamo peraltro già ampiamente illustrato IN QUESTO ARTICOLO ed anche QUI come le violazioni antitrust possono generare responsabilità civili significative oltre alle sanzioni amministrative. Le imprese devono quindi essere consapevoli che le violazioni possono avere ripercussioni finanziarie gravose a lungo termine (possono essere infatti irrogate sanzioni molto afflittive), oltre a danneggiare la loro reputazione.
Questioni di Prescrizione
Il termine di prescrizione non inizia a decorrere finché il danneggiato non ha conoscenza del danno: le aziende sono esposte per molti anni
La dialettica processuale, fondata sulle rispettive eccezioni sollevate dalle parti, ha evidenziato che il termine per richiedere risarcimenti non inizia fino a quando il danneggiato non ha conoscenza del danno e della sua causa. Questo estende la possibilità di azioni legali anche a distanza di anni dagli illeciti, aumentando l’esposizione al rischio legale delle aziende coinvolte in pratiche anticoncorrenziali. La Cassazione ha infatti ritenuto che “Ai fini della decorrenza del termine, quindi, non rileva il momento in cui l’agente compie l’ illecito o quello in cui il fatto del terzo determina ontologicamente il danno all’altrui diritto, quanto, piuttosto, il momento in cui la condotta ed il conseguente danno si manifestano all’esterno, divenendo oggettivamente percepibili e riconoscibili (Cass. 6 dicembre 2011, n. 26188; nello stesso senso, cfr. Cass. 5 luglio 2019, n. 18176)”.
Valutazione delle Prove e Decisioni della Commissione Europea
Le decisioni della Commissione Europea nel processo sono state cruciali. La mancata contestazione, da parte del produttore, delle conclusioni della Commissione ha rafforzato la posizione del danneggiato. Questo aspetto sottolinea l’importanza della strategia legale durante le indagini antitrust e le potenziali conseguenze di una cooperazione passiva o attiva con le autorità.
Il procedimento di Settlement adottato dal produttore e la sua rilevanza nella responsabilità da illecito antitrust
Il Settlement è sostanzialmente un accordo nell’ambito del quale, sostanzialmente, il soggetto cui viene addebitato un contegno non conforme alla normativa Antitrust ammette le proprie responsabilità, si impegna al compimento di atti di natura riparatoria, e ottiene un forte “sconto” sulle sanzioni applicabili. Il procedimento di settlement adottato dal produttore con la Commissione ha comportato una riduzione delle sanzioni, ma ha anche vincolato l’azienda a riconoscere la propria responsabilità per le infrazioni, offrendo il fianco alla successiva antitrust litigation. Sebbene questo possa offrire vantaggi immediati, le aziende devono valutare attentamente le implicazioni a lungo termine di tali accordi, specialmente in relazione a possibili cause civili future. Le imprese devono riconoscere che oltre al rischio di sanzioni significative, le violazioni delle norme antitrust possono portare a costose battaglie legali per risarcimenti danni. La conformità alle leggi antitrust non è solo una questione legale ma un elemento fondamentale della responsabilità sociale d’impresa e della gestione del rischio aziendale.
Gli accertamenti compiuti dall’Autorità amministrativa possono trovare ingresso nel giudizio civile risarcitorio
Sul punto, la Cassazione ha ritenuto che “sono senz’altro apprezzabili, da parte del giudice civile, le prove desumibili dagli atti di indagine dell’AGCM nel caso di illecito concorrenziale demandato alla competenza di tale autorità (Cass. 27 febbraio 2020, n. 5381, cit., in motivazione) e tale conclusione è da confermare con riguardo alle risultanze di cui si discorre. Non rileva, evidentemente, il contesto procedimentale in cui quelle prove si sono formate e i limiti che il diritto di difesa incontri avanti alla Commissione: nel momento in cui quelle prove refluiscono nel procedimento giurisdizionale esse sono sottoposte a contraddittorio e tanto è sufficiente per escludere una compressione del diritto di difesa della parte che abbia interesse a contrastarle. In mancanza di una norma di chiusura sulla tassatività dei mezzi di prova, il giudice civile puòlegittimamente porre a base del proprio convincimento le prove “atipiche”, tra queste potendosi annoverare finanche le risultanze di atti delle indagini preliminari svolte in sede penale, se sono idonee ad offrire sufficienti elementi di giudizio e non risultanosmentite dal raffronto critico con le altre risultanze istruttorie“.
Violazione delle norme anticoncorrenziali e della Disciplina Comunitaria Antitrust
Il caso trattato dalla Cassazione non solo sottolinea l’importanza del diritto concorrenziale a livello nazionale, ma anche il ruolo cruciale delle normative antitrust dell’Unione Europea nel modellare le pratiche commerciali tra gli Stati membri. Le leggi comunitarie antitrust, principalmente gli articoli 101 e 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), sono essenziali per garantire che le imprese operino in un ambiente di mercato equo e competitivo.
Responsabilità da illecito antitrust e violazione delle norme anticoncorrenziali: gli artt. 101 e 102 TFUE
L’articolo 101 TFUE vieta gli accordi tra imprese che possano prevenire, limitare o distorcere la concorrenza all’interno del mercato interno, inclusi quelli relativi alla fissazione dei prezzi e alla divisione del mercato. L’articolo 102 TFUE, invece, vieta l’abuso di posizione dominante che possa influenzare il commercio tra Stati membri in modo tale da ostacolare il mantenimento di una concorrenza effettiva. Il caso in esame illustra come le violazioni di queste disposizioni possano portare a sanzioni severe da parte della Commissione Europea, che ha il compito di sorvegliare e assicurare il rispetto di tali norme.
Inoltre, la disciplina comunitaria prevede meccanismi specifici per il trattamento delle violazioni antitrust, inclusi procedimenti di settlement come quelli utilizzati dal produttore nel caso di specie. Questi procedimenti offrono alle imprese la possibilità di ridurre le loro sanzioni attraverso la cooperazione e l’ammissione di responsabilità, ma richiedono un’attenta valutazione delle implicazioni legali e strategiche. La decisione di partecipare a un settlement deve essere vista nel contesto più ampio della strategia legale e commerciale dell’impresa, considerando sia i benefici immediati sia le possibili ripercussioni a lungo termine.
L’applicazione delle normative antitrust dell’UE è rafforzata dal lavoro di reti come la European Competition Network (ECN), che coinvolge le autorità antitrust nazionali e la Commissione Europea in uno sforzo collaborativo per garantire il rispetto delle norme in tutto il mercato interno. Questo network facilita uno scambio efficace di informazioni e migliori pratiche, assicurando un’applicazione coerente e uniforme delle leggi antitrust.
L’importanza del diritto concorrenziale, quindi, va oltre la prevenzione delle pratiche commerciali scorrette; esso stimola un ambiente di mercato dinamico e innovativo, favorendo la crescita economica e proteggendo i consumatori. Le imprese devono non solo conformarsi a queste normative per evitare sanzioni, ma anche abbracciare lo spirito delle leggi antitrust per promuovere un comportamento etico e competitivo. Le conclusioni tratte dal caso in commento servono come un monito potente sull’importanza della vigilanza legale e della conformità alle norme antitrust, sia a livello nazionale sia a livello dell’Unione Europea.
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